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Nido d'Aquila - Punta di Larescia 2195 m, Valle di

Nel sottoceneri la sveglia è presto ma nemmeno troppo, alzate le tapparelle la visione è di un tempo da lupi, piove a catinelle, chissà che ci aspetta!

Ci dirigiamo verso Camperio e superato Biasca il cielo si fa sorprendentemente benevolo.

Inizialmente il percorso è facile, attraverso il suggestivo bosco innevato si arriva alla Capanna Gorda e veniamo abbracciati da un vento pungente.

Si tira dritto alla cima attraverso un canalone, Super Cinzia crea la traccia più armoniosa possibile.

A metà canalone veniamo salutati da un probabile fagiano di monte, che disturbato dal nostro passaggio, esce dalla sua tana scavata nella neve e sorvola le nostre teste, un piccolo spettacolo inaspettato.

Abbiamo superato il canalone non senza caduti; Andrea ha deciso che dopo 20anni e più di amicizia sia arrivata l'ora di chiudere i rapporti con Alain, che l'aveva convinto ad unirsi alla gita. Decidono entrambi di fermarsi a tornare alla Capanna per dedicarsi alla polenta e spezzatino.

Noi altri masochisti decidiamo di continuare per raggiungere il bivacco in vetta, totale 1000 m di dislivello circa. Ovviamente non ci aspetta un piatto caldo ma un gelido panorama a 360°. Però Giada ispirandosi a Mary Poppins  tira fuori dal suo zaino una scatola di bignè fatti con le sue santissime mani, super apprezzati!

Dopo le foto di rito si scende verso la capanna, questa volta seguendo il buon saggio Pierre. Lui che è di spirito ardito decide di scendere per un canalone diverso, più corto sì, ma più ripido! Vogliamo noi privarci di nuove emozioni?! Certo che no! Grazie Pierre!

Arrivati in Capanna una serie di slitte parcheggiate non passa inosservata e finita la birra i più decidono di scendere verso le auto in maniera più goliardica. Decidiamo che i nostri capelli bianchi non significano niente e che le nostre articolazioni sono ancora flessibili come quelle di un ragazzino…

Inizia la sfida alla 'Mario Kart' con l'Adula come sfondo, magnifico! Certo quando si scende senza controllo con l'osso sacro che chiede pietà la filosofia va un po' a decadere…ma chi siamo noi per privarci di questa gioia?!

Arrivati a valle si fanno i dovuti conti: dei dispersi, delle articolazioni lasciate sul tracciato, degli effettivi vantaggi di tempo ed energie guadagnati dalla discesa in slittino.

Il ginocchio mi ha fatto male per 2 giorni ma le risate e il bel ricordo rimarrà per sempre.

Il divertimento della discesa spericolata è stato superato dalla visione di Pierre, che dopo una caduta a braccia aperte e gambe divaricate, con la faccia nella neve, e un bastoncino che va per i fatti suoi, scivola per qualche metro lungo il canalone che aveva scelto per il rientro; una giustizia universale esiste!

Grazie mille per un'altra bellissima giornata in amicizia che mi ricorderò a lungo.

Roberto Sigon